Made in Italy all’estero, bene
il Salon du Fromage a Parigi

Questa mattina, presentando un nuovo accordo tra FieraMilano e l’associazione Ambasciatori del Gusto (da Cracco in Galleria), il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha detto una cosa interessante. Parlava di made in Italy nel mondo (settore cibo), quello che loro vorrebbero promuovere anche con questo accordo, e ha fatto l’esempio cinese. In Cina il made in Italy alimentare è famoso grazie agli chef, sono stati loro a farlo conoscere e apprezzare, e adesso i nostri prodotti vengono esportati e acquistati e sempre più richiesti dai cinesi. Invece per i francesi è diverso, ha sintetizzato Sala: loro sono famosi in Cina grazie alla grande distribuzione. Verissimo. Da molti anni vado in Cina, e nei proto-supermercati della Pechino anni Ottanta-Novanta c’erano già le prime cose francesi, che da allora sono aumentate in modo esponenziale. I vini (anche fatti in Cina ma con gli enologi francesi), i formaggi, cibi alieni che provavano a vincere una diffidenza congenita. E i Carrefour, straordinarie macchine da semina che diffondevano a piene mani la cultura alimentare di Parigi. Un bel vantaggio rispetto a noi, che arriviamo con tanto ritardo e, come sempre, in ordine sparso. Quindi bisogna darsi da fare, e, ancora una volta, è importante fare sistema.

Questo mi fa venire in mente un’altra cosa che fa ben sperare. Si è appena concluso a Parigi il Salon du Fromage et des Produits Laitiers, il più importante appuntamento del settore. Una vetrina eccellente, che quest’anno aveva una caratteristica: il focus, il posto d’onore diciamo, era per l’Italia, protagonista con un padiglione e una quarantina di espositori, produttori e affinatori, su cui erano puntati i riflettori: dal taleggio di Arrigoni Battista alle delikatessen selezionate e affinate da Guffanti (nella foto il loro stand). Con Alessandra Pierini che ha tenuto una conferenza sui nostri terroir (lei a Parigi ha l’Epicerie RAP, fantastico negozio di eccellenze italiane). Non era mai successo. I francesi non avrebbero mai neanche sognato fino a qualche anno fa di riconoscere uno status ai formaggi italiani, loro si considerano campioni e hanno sempre presentato come tali i loro prodotti caseari. Ma da qualche anno i consumatori francesi brucano volentieri di qua dalle Alpi e i nostri formaggi guadagnano stima e volumi di mercato. Una crescita costante, che vede capolista Parmigiano Reggiano, gorgonzola e mozzarella di bufala, più o meno in quest’ordine o anche no. E come mai il consorzio del Parmigiano era a Parigi e quello della Bufala no? Non si sa, ma fra gli espositori c’era Spinosa, azienda campana con forte export in Francia e non solo: da tempo si è messa in regola con tutti i requisiti necessari per entrare nella Grande Distribuzione Organizzata. Ecco.