Gastromasa, a Istanbul
grandi chef a convegno

Sesta edizione per Gastromasa, convegno enogastronomico internazionale, a Istanbul domenica 7 novembre. Ideato da Gökmen Sözen , quest’anno ha come tema il Design e in programma interventi e show cooking di una schiera di chef, grandi protagonisti della scena contemporanea capaci di creare con la loro cucina suggestioni non solo gustative ma anche estetiche. Come Vladimir Mukhin, che ha portato una delle prime stelle nel cielo di Mosca. Il suo ristorante è il celebre White Rabbit, il Bianconiglio, direttamente da Alice nel Paese delle Meraviglie. Chi siede alla tavola di Mukhin, secondo la sua filosofia, deve rimanere stupito, affascinato, sorpreso, incantato. Evidentemente questo succede davvero, viste le recensioni entusiastiche e i riconoscimenti che continua a collezionare. O come Andoni Luis Aduriz, uno dei grandi innovatori della cucina spagnola, cresciuto in quella portentosa acqua di coltura che molti anni fa alimentò una generazione di giovani talenti, fra cui il fenomeno Ferran Adrià. Quei talenti che diedero uno scossone alle consuetudini culinarie, creando un terremoto e raccogliendo poi le macerie per rimontarle in modo diversamente straordinario. Un’onda lunga che ancora non si è esaurita, ed è partita da El Bulli. Significativo che Aduriz abbia lavorato sia con Adrià che con Martin Berasategui, altro guru del movimento. E poi, Dabiz Muñoz, per restare in Spagna, col suo leggendario Diver XO a Madrid, tre stelle e una teatralità esasperata che sottolinea la genialità della cucina. Dal lontano Est i giapponesi Atsushi Tanaka, il “Picasso della cucina”, lo chef che compone i piatti con ingredienti che hanno diverse sfumature dello stesso colore; e Yoji Tokuyoshi, chi si rivede, l’ex sous-chef di Massimo Bottura che ha chiuso il suo ristorante milanese e a Tokyo ha aperto Alter Ego. E a proposito di Italia, ci sono anche chef nostrani. C’è Paolo Casagrande, da Vittorio Veneto al mondo e a Barcellona per conquistare tre stelle nel Lasarte di Berasategui. E c’è Fabrizio Fiorani, romano che ha elevato a livelli massimi l’arte della pasticceria mietendo consensi soprattutto in Asia e adesso coordinando la linea di Ciccio Sultano a Ragusa. E poi molti altri. Che cosa produrrà il loro incontro con la scena gastronomica turca? E’ tutto da scoprire. Ma di sicuro è l’incontro con un Paese che ha complesse stratificazioni culturali e, a tavola, si rivela aperto, fantasioso e promettente. Non sarà un caso che Mukhin, l’astrochef russo, abbia aperto di recente un ristorante a Bodrum, città turca affacciata sull’Egeo.