Con la 114a Fiera del Bitto
gusto e Storia a Morbegno

Centoquattordici edizioni, più di un secolo di storia per la Fiera del Bitto, che ha celebrato, nel weekend del 16 e 17 ottobre, una delle eccellenze gastronomiche della Valtellina. Un formaggio squisito, l’espressione di una abilità tramandata da generazioni, un compendio di storia e tradizioni: il bitto è davvero una miniera di suggestioni, di informazioni e di emozioni. Nel fine settimana Morbegno si è animata con bancarelle, punti di degustazione e incontri con i produttori, oltre a menu speciali e aperitivi. Se è vero che il nome di questo formaggio deriva dal celtico e significa “perenne”, è davvero suggestivo e azzeccato, perché pare che la sua nascita sia dovuta proprio alla necessità di avere cibo anche nei periodi in cui la terra era improduttiva: questo prodotto caseario si conservava a lungo, era, appunto, perenne. E perenne è la sua storia, ancora viva grazie alla sapienza dei maestri casari. A Morbegno si potevano ammirare, annusare, assaggiare e acquistare varie tipologie di bitto e di casera (il Consorzio di Tutela dei formaggi Valtellina Casera e Bitto Dop ha organizza anche il concorso, con premiazione sabato sera). In piazza e nei chiostri di Sant’Antonio accanto ai formaggi si trovavano miele, vini, oggetti di artigianato, pane, mele, distillati,  pizzoccheri (con dimostrazione della lavorazione), oltre alla ricostruzione di un calècc, tipico “caseificio  itinerante” di tradizione millenaria. Degustazioni guidate di formaggi abbinati a grappe, birre, vini bianchi (insolita proposta in una terra di rossi), miele, confetture. E rievocazioni della vita contadina, degli antichi mestieri legati al cibo, intagliatori di legno, attività per bambini e famiglie. Una festa allegra, aiutata da un clima ideale.