Per studiare a Firenze
meglio capire il Chianti

<’Mmericano? Vieni a studiare a Firenze? Be’, impara a mangiare e bere bene>. Si può riassumere così, con una scherzosa messa in guardia, in realtà un promettente invito, l’accordo siglato a Firenze tra il Consolato degli Stati Uniti e alcuni soggetti istituzionali come il Consorzio del Chianti Classico (la foto è della zona di Radda) e l’Università degli Studi. L’iniziativa tende a mettere a disposizione degli studenti americani che studiano nel capoluogo toscano strumenti adeguati per acquisire consapevolezza del luogo in cui vivono, anche se temporaneamente; della sua importante storia, delle sue eccellenze culturali, economiche ed enogastronomiche. E non si può non pensare al Chianti, che riassume in sè tutti gli ambiti, perché le sue vicende sono legate a quelle del territorio. Laura Lega, prefetto di Firenze, ha lanciato l’idea, che si è concretizzata nella firma di un protocollo. Con validità triennale, il patto prevede attività di formazione concentrate sulla città, sulle campagne e l’agricoltura, sul cibo, sul vino. Non un brutto programma, per uno studente che dagli Usa sbarca a Firenze. Naturalmente, sottolineano i promotori, non si tratta solo di invitare i ragazzi a banchettare, per quanto con un occhio alla qualità: ma di instillare anche una cultura del bere consapevole.

Per sottolineare il lungo legame con gli States, ai firmatari piace ricordare una data: 17 aprile 1524, il giorno in cui Giovanni da Verrazzano, nobiluomo nativo del Chianti, di mestiere esploratore, entrò, primo fra i navigatori europei, in quella che oggi conosciamo come la Baia di New York. Non aveva forse capito chiaramente che lo Hudson era un fiume e non un lago, ma insomma è stato il primo arrivato dal vecchio continente a muovere i remi in quelle acque, ad avvistare la terra che avrebbe ospitato una città straordinaria e unica come la Grande Mela. Oggi al nome di Verrazzano è intitolato il lungo ponte sospeso, importantissimo, che collega Brooklyn a Staten Island, proprio dove Verrazzano aveva gettato l’ancora. E sotto quel ponte, punto d’accesso verso i porti di New York e del New Jersey per le merci che viaggiano via mare, passano le cospicue importazioni americane di Gallo Nero, che sono pari a un terzo della produzione. Senza contare che i cittadini degli States sono tra i più fervidi estimatori, e i più costanti visitatori, delle bellezze di Firenze e Siena, della Toscana, del Chianti. Con relativi apprezzamenti per l’enogastronomia, questo è ovvio. Ma l’idea di offrire percorsi specifici di formazione e informazione agli studenti stranieri sembra comunque una gran bella iniziativa.