Se il Bue di Metallo
aiutasse il mondo

Si avvicina il Capodanno cinese. L’anno del Topo, iniziato il 25 gennaio 2020, non è stato clemente con l’umanità, ma adesso abbiamo il vaccino, abbiamo più nozioni e più organizzazione. Perciò guardiamo con fiducia al Bue, o Bufalo, che entrerà in scena il 12 febbraio. In Cina e nelle Chinatown del mondo non c’è gran voglia di festeggiare, ma alla fine qualcosa si farà, nelle case si mangeranno piatti scaramantici e si regaleranno buste rosse, qualche ristorante sottolineerà la festa con un menu speciale o con piatti che in sé non sono inusuali, ma che a Capodanno sono d’obbligo. Se fino a qualche anno fa intorno a questa e altre tradizioni della Cina c’era una specie di cortina nebulosa, ormai molti sanno del calendario lunare che fa cambiare ogni anno la data del Capodanno, dei cibi portafortuna, dai ravioli agli gnocchi e al pesce, quasi sempre collegati al loro nome, la cui pronuncia può richiamare, in cinese, concetti diversi, come felicità, ricchezza, armonia, crescita e ogni cosa che sappia di buon augurio. Sanno anche che in questo periodo, di solito, è sconsigliatissimo andare in Cina, perché i cinesi raggiungono le famiglie d’origine per riunirsi tutti nelle feste (che durano 15 giorni) e quindi treni, aerei e autobus sono sovraffollati, le città brulicano di visitatori, non si trova posto negli alberghi e nei ristoranti, i musei possono essere chiusi. Ma magari non tutti conoscono tutti i dettagli.

E allora farà piacere sapere che andando in rete il 12 febbraio alle 18 si potrà ascoltare un racconto di usanze e riti legati al Capodanno cinese dalla voce di Angelo Ou, decano della comunità cinese di Milano, ospitato dal canale YouTube dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi del capoluogo lombardo. Angelo, abile affabulatore, perfettamente bilingue e “biculturale”, parlerà di calendario lunare e solare, delle leggende, dei dodici segni zodiacali e dei cinque elementi (quest’anno è “di metallo”) e curiosità di vario tipo sulla “Festa della Primavera”. Se poi vi attira la cucina cinese, oltre a prenotare in un ristorante, potete consultare le ricette pubblicate sul sito dell’Istituto. E anche partecipare a un concorso che prevede ogni mese la realizzazione di un piatto determinato; lo si fotografa, si posta la foto su Instagram e l’autore dell’immagine vincitrice può ricevere un calendario dell’Istituto (non in vendita), che comprende altre ricette gustose. Il piatto di febbraio è rappresentato dai ravioli di carne di maiale e cavolo sottaceto, specialità tra le più conosciute e popolari. Tra le altre iniziative culturali, l’Istituto organizza l’11 febbraio alle 17.30 un incontro (sempre sul canale YouTube) a proposito di Pearl Buck, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1938, americana cresciuta in Cina da bambina e poi tornata a viverci per molti anni, grande conoscitrice della cultura cinese.