Dall’Acquada di Sara
la bontà a domicilio

Lo strazio continua, tra aperture a singhiozzo e weekend vietati, coperti dimezzati, serate precluse. Quindi l’unica possibilità è attrezzarsi per delivery e takeaway. Non per guadagnare, sottolineano tutti: non è con questo che si ripianano conti tragicamente in rosso, molti ci hanno provato e alla fine hanno smesso. Ma si fa per fare qualcosa, per non deprimersi, per non sparire. Per esserci; per i clienti, per i dipendenti e per se stessi.

Da questa premessa, che sarà sempre uguale, partiamo per un giro tra le proposte dei ristoratori milanesi. Cominciando da Sara Preceruti, che un anno fa traslocava definitivamente in via Villoresi con il suo Acquada. Nome studiato, pensato, indovinato, che rimanda all’acqua del Lago di Lugano, dove si trovava prima (esattamente a Porlezza) e dove aveva una stella, all’acqua del Naviglio Grande, a pochi metri dalla nuova sede, alla piovosità del clima Comasco e milanese, alle tempeste che arrivano ogni tanto nella vita. E lei ne sa qualcosa. Ma è una ragazza coraggiosa e solare, ed eccola qui, con un nuovo ristorante. I primi giorni di apertura e subito la mazzata delle chiusure per Covid. Sara stava appena provando a rimettersi in piedi, è stata durissima. Adesso Sara, che con la sua creatività e precisione ha raccolto consensi, premi e stima da parte anche di illustri colleghi (da Cracco a Tano Simonato), sta preparando un nuovo menu per l’asporto o la consegna a domicilio. Nell’attesa, vale quello che aveva già elaborato. Vediamolo. Gustiamolo. Si ordina su www.acquada.com e si hanno dettagli chiamando lo 02.35945636. Il menu nuovo sarà sul sito nei prossimi giorni.

Tra le prime ricette, un invitante uovo cotto a bassa temperatura (lo  vedete nella foto), crema di pecorino, porcini e limone candito (10 euro). O un carpaccio di vitello rosa, verdure di stagione sott’aceto, salsa tonnata, crumble al peperoncino (15 euro). O lo sformatino di zucca, guanciale croccante, fonduta di Ragusano e zenzero (10 euro). Splendidi i tortelloni con ricotta e nocciole, ragù di agnello, mele candite (15 euro), e i classici, invernali, consolatori pizzoccheri (12 euro). O il tortino di riso allo zafferano con ragù di maialino iberico e fonduta di grana. Quindi suprema di faraona ripiena di castagne, insalatina di spinaci e riduzione di aceto balsamico; o il pagello al cartoccio con cicoria, pomodorini e spugna a cacao, 18 euro come la cassoeula di polipetti e polenta, stuzzicante e inedita. Dolcezze, come le chiama lei, tutte da scoprire: la canonica Tatin con crema; il tiramisù che è fatto con lingue di gatto al cacao, crema di mascarpone, savoiardi e salsa di cacao e marsala; il semifreddo al pistacchio con crumble di olive e cacao e salsa di pomodorini gialli: tutti a 9 euro, mentre la piccola pasticceria costa 4. Ci sono altri piatti disponibili, e molti altri, del nuovo menu, compariranno sul sito prossimamente.