Povere ma buone: PoorManger
presenta le sue jacket potatoes

Storia di tre ragazzi e una patata. Loro sono Valerio Ciardiello, Daniele Regoli e Marco (che in seguito avrebbe cambiato attività), torinesi. Lei è la jacked potato, specialità anglosassone. Dieci anni fa Valerio, che aveva vent’anni, fa una vacanza in Inghilterra e rimane folgorato da quel cartoccetto di bontà, semplice ma stuzzicante, che riempie lo stomaco con una spesa bassa, particolare non indifferente per un ragazzo. Torna, descrive ai due amici la sua favolosa scoperta e insieme decidono che sarà una fantastica novità da proporre in Italia. Così si mettono al lavoro, scovano le patate della qualità che fa al caso loro, con la polpa che si sfarini bene, con il sapore giusto, con la buccia abbastanza consistente, perché il  bello è proprio mangiare la buccia, in quanto, cotta nel forno assieme al resto, diventa uno sfizioso involucro semi-croccante. Trovano anche una serie di combinazioni di sapori tipicamente italiani, perché vogliono rendere omaggio agli ingredienti di casa nostra, e i prodotti adatti, di qualità, per realizzare le ricette, create ovviamente da un esperto. Infine si informano sugli strumenti per la cottura e scelgono un forno particolare, che garantisce il massimo del risultato. Che cosa serve? Un nome. La fantasia non manca, ed ecco PoorManger, triplo gioco di parole, perché “pour manger” in francese vuol dire “per mangiare”, e così in piemontese, anche se la pronuncia è leggermente diversa. Ma poor in inglese significa povero, e si pronuncia esattamente come il francese pour. Insomma, tradizione libera, per mangiare un cibo povero. Ma buono.

Debuttano nel 2011 a Torino uno, due locali. Successone. E adesso, dopo averci pensato su un bel po’, sbarcano a Milano, dove aprono da oggi, in via Vigevano 10 (www.poormanger.it, instagram @poormanger, facebook @poormanger). Le patate, proposte in una bella gamma di varianti, sono enormi: una porzione, con il condimento, pesa attorno ai 600 grammi. Praticamente un pasto. E costano da 6 a 7,5 euro. Ci sono anche antipasti (da notare il vitello tonnato), zuppe, insalate e dolci, birre e vino sfuso. Tra le specialità più gettonate: la vegetariana Stracchino, verdure miste e crema di pomodori secchi; la Fonduta di gorgonzola, radicchio e salsiccia; la Carbonara con crema al tuorlo d’uovo, guanciale, pecorino e pepe…